Rosoni di Puglia
Cattedrale di Otranto - Facciata principale
Il rosone è un finestrone decorativo di forma circolare che si trova sulle facciate delle chiese di stile romanico e gotico. È una vetrata tonda presente sull'asse della navata principale decorato da un traforo in pietra costituito da colonnine disposte radialmente, a partire da un nucleo centrale, e raccordate da archetti. Le sculture sono ispirate alla flora stilizzata, posto al centro di spazi regolari simmetrici, come per esempio nei soffitti e nelle volte.
E’ un elemento puramente decorativo?
La sua funzione non è solo decorativa ma anche strutturale (alleggerire il peso del muro) e funzionale (dare luce alla navata centrale). Il rosone contiene, inoltre, un significato simbolico: con i suoi raggi ricorda una ruota, e “ruota di fuoco” è nel Medioevo il Sole che con il suo percorso lungo il cielo scandisce la vita dell’uomo.
Questi, quindi, sono i due modelli fondamentali di rosone romanico: con archi semplici o con archi intrecciati. Il numero di colonnine (in genere pari) può essere 6, 8, 10, 12 o 16. Ma la fantasia dei costruttori romanici non si è limitata a questi due schemi. Esistono decine di rosoni ancora più articolati, che sembrano dei centrini ricamati nella pietra.
Il rosone romanico, pur nella sua semplicità, può avere forme molto variabili. Le più semplici sono quelle con sei colonnine, poi ci sono anche quelli con otto o dieci colonnine, ma il numero più frequente è il 12, perché richiama quello degli apostoli. Gli archetti esterni, inoltre, possono unire ogni colonnina con quella adiacente oppure con quella ancora dopo. In questo caso si forma un intreccio che rende il rosone più complesso ed elegante.
Cattedrale di Otranto - Facciata principale
Gli archetipi del rosone nell'architettura religiosa corrispondono agli “occhi” delle basiliche romane. Il rosone ebbe una prima diffusione nella seconda metà del XII secolo in tutta l'Italia settentrionale.
Parallelamente si assistette ad una fioritura di rosoni anche in Puglia: nella cattedrale di Trani (1159-1186) ne sono presenti due di grandi dimensioni, sul prospetto principale e su quello del transetto, divisi rispettivamente in sedici e dodici parti; nella concattedrale di Bitonto (seconda metà del XII secolo, probabilmente nell'ultimo quarto del secolo); nella concattedrale di Ruvo di Puglia (dopo la metà del XII secolo ed entro l'inizio del XIII secolo). Più tardi furono invece gli esempi della concattedrale di Troia (dopo il 1266).
Qui lo schema decorativo si complicò e la decorazione risentiva ancora dell'influenza bizantina, dove il rosone era frequentemente incorniciato da un archivolto sostenuto da colonne pensili (cattedrali di Bitonto e di Troia).
Il rosone è una ruota a raggi che simboleggia, secondo la tradizione cristiana, il dominio di Cristo sulla Terra. Spesso al centro del rosone delle chiese romaniche si trova la figura di Cristo la quale sta ad indicare il ruolo determinante del Salvatore al centro del progetto escatologico divino.Il rosone indicava anche la ruota della Fortuna. Va inoltre ricordato che nel Medioevo dominava il teocentrismo e che Dante stesso definì la Fortuna una intelligenza angelica la quale ha sede nell'Empireo ed opera fra gli uomini nell'àmbito di un progetto divino (Inferno, Canto settimo, 67-96).
Cattedrale di San Sabino - Facciata principale
Il rosone "esplicita chiaramente la ciclicità della fortuna umana e confina il tempo degli uomini nell'incommensurabilità del tempo di Dio”. - Claudio Lanzi, Sedes Sapientiae, l'universo simbolico delle cattedrali.
Il significato simbolico del rosone è pertanto in stretta relazione con il cerchio che, come "linea infinita", senza inizio e senza fine, è simbolo di Dio, e come la ruota, simbolo di eternità. Esso è il centro della storia della salvezza, il centro del fluire del tempo degli uomini.
Cattedrale di Trani
Rosone della Cattedrale di Trani
Talvolta all'esterno di alcuni rosoni sono collocate delle figure umane: un richiamo all'inconsistenza, alla precarietà delle cose profane. Altre volte si trovano i simboli degli evangelisti (il tetramorfo) per richiamare che dal centro-Cristo promana la parola della salvezza che si diffonde in tutto il mondo.
Ma le finestre sono anche passaggio per la luce. Simbolicamente però possono significare il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento: elemento, tramite, visibile ma impalpabile. La vedi, ma non la riesci a toccare. Diventa il tramite fra il divino e il terreno e deve inondare lo sguardo verso l’alto, all’interno delle cattedrali. Ad est con i finestroni ad ovest con i rosoni: a simboleggiare il sole della vita che non tramonta mai. E come il percorso della luce, dall’esterno passiamo all’interno della chiesa grazie allo spazio che offre il rosone per accogliere la luce.
Dovremmo guardali con più attenzione, ed interrogarci sul significato dietro ad ogni scultura come quella luce che inonda chi ricerca oltre l’apparente.
Tutto un percorso simbolico e ruota sempre intorno alla luce, all’esigenza di filtrare la luce, la più pura possibile, per dare nuova luce alle chiese, alle cattedrali. Illuminate da candele e torce o da qualche finestrella sulla facciata, si è passati alla costruzione di finestroni che ad est, posizione in cui era posta la chiesa con il suo altare principale, diventano indispensabili per illuminare, con i volumi che aumentavano, chiese sempre più grandi e bisognose di nuova luce. L’asse di orientamento est - ovest era anch’esso simbolico: la prima luce dell’alba entrava ad illuminare l’altare maggiore, così come l’ultima del luce del tramonto, una sorta di ciclo della vita, rappresentato dalla luce.
Da secoli parte della bellezza del territorio, i rosoni di Puglia fanno parte di un progetto per diventare patrimonio dell`Unesco. Una meraviglia tutta da contemplare.