Il giardino arabo al Casino Ceo -Casamassima

Caratteristiche:

Luogo: Casamassima (BA)

730 mq di coperto

230.000 mq di terreno agricolo

15 vani su 2 piani

Prezzo: 1.300.000€

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Descrizione

Viaggio nella Bellezza, le pietre raccontano: Il giardino arabo al Casino Ceo.

Questa proprieta’ e’ uno scrigno prezioso. I singoli elementi aprono squarci ci consentono di viaggiare alla scoperta della cultura di un territorio denso di storia. Tutto è ben dosato: creatività e tradizione, ricercatezza e semplicità: e’ uno patrimonio che conserva la storia nel suo tessuto murario.
E’ in posizione straordinaria sulla strada provinciale Casamassima-Turi, nelle immediate vicinanze dei centri piu’ interessanti della provincia, e molto ben collegata alla citta’ di Bari attraverso la Strada Statale 100.

E’ composta di diversi fabbricati, costruiti in epoche diverse, che rendo queso immobile adatto alla trasformazione turistica.

Il fabbricato principale riprende le forme tipiche del “casino” di campagna ottocentesco.
Il palazzo ha attraversato il tempo senza sostanziali modifiche, vi si ancora respira l’aria di grande fermento e speranza di quella Italia che iniziava a essere un Paese unito, fuori dalla Guerra Civile. È questo un periodo in cui le élites delle nuove borghesie ottocentesche, si sforzano di emulare gli stili nobiliari ritenuti da sempre appannaggio esclusivo degli aristocratici. All’opposto, l’aristocrazia tende sempre più a omologarsi a uno stile di vita borghese. Iniziamo la visita: il prospetto principale si affaccia sul piazzale in asse con le colonne di ingresso.

La costruzione, edificata in pietra calcarea, si sviluppa su tre livelli. Il balcone del piano nobile fa da cornice marcapiano, ed ha una aspetto poderoso con la sua fila di colonnette che reggono il corrimano. La facciata e’ mossa da 2 lesene che partendo dal piano terra proseguono sino alla cornice al livello dei lastrici, con un effetto ottico che la fa apparire piu’ alta. La facciata cosi’ tripartita e’ di stampo rinascimentale ma con echi del neonato stile neoclassico. L’eclettismo del prospetto esterno, riflette in modo speculare la variegata situazione artistica degli interni con i vani al piano primo collegati armoniosamente tra loro. Le facciate sono impreziosite da elementi in pietra locale che sormontano ogni vetrata e finestra e fanno immaginare l’organizzazione architettonica interna delle grandi sale e degli altri ambienti.

Al piano terra le volte sono a botte e a vela, i pavimenti rispettano l’uso degli ambienti : in pietra lavorati con l’8 denti (martello ancora in uso tra gli artigiani scalpellini del calcare) per quelli destinati a deposito e in pastella di cemento in quelli destinati alle cucine. Al centro della facciata all’ombra del balcone monumentale, si apre il grande portone in legno di quercia, perfettamente conservato. Vi e’ uno spettacolare gioco di luci ed ombre creato dalle grandi aperture, che riflette luce diretta sulle pareti bianche di calce.
Al piano nobile si aprono gli ambienti destinati al riposo. Le volte sono a vela in linea con le tendenze del momento.

La decorazione tra fine ottocento e inizi novecento più che arte era ritenuta come un mestiere qualsiasi trasfondendo nei fregi e nelle pitture, quasi sempre, dei concetti allegorici per dar ragione dell’essenza del suo lavoro. Cosi ritroviamo i temi dominanti dell’epoca il prestigio familiare, la cultura letteraria antica e del tempo.
La pavimentazione e’ integra con mattoni a cemento a doppia pressione.

Al secondo livello vi sono le soffitte ampie con tetto ricoperto di coppi, oltre ad un lastrico solare che permettono una vista straordinaria sul territorio circostante. La casa borghese tra Otto e Novecento è dunque l’espressione di un microcosmo in cui la molteplicità degli stili e dei temi risponde appieno alle mutate esigenze della borghesia, in cerca di nuove forme decorative per le proprie residenze venendo al tempo stesso incontro alle necessità delle manifatture, interessate a un utilizzo spregiudicato degli ornamenti.
Anche il colore scelto per gli esterni non e’ un caso. Il colore rosso pompeiano, molto costoso rispetto alla semplice calce bianca, manifestava il ceto del suo proprietario. Inoltre questo colore - durante il primo conflitto mondiale, ha protetto molti fabbricati da essere riconoscibili nelle riprese al super8 perche’ il colore mimetizzava il fabbricato tra i terreni ferrosi circostanti, sottraendolo al rischio dei danneggiamenti bellici.

Negli anni novanta e’ stata edificata una struttura ampia su due livelli. Accanto al fabbricato storico e’ perfettamente conservata un elemento straordinario, un prezioso reperto che ci portera’ molto lontano con il racconto: un giardino di impianto arabo.

Nella cultura islamica, il deserto è visto come un luogo di negazione e assenza della vita, pertanto il giardino, dove la vegetazione rigogliosa e l'acqua sono fonti di vita, è la concretizzazione perfetta del paradiso descritto nel Corano; è un luogo di delizie e piaceri, dove si può raggiungere la felicità dei sensi.
Il giardino islamico eredita da quello persiano, il gusto decorativo, la pianta regolare, il perimetro delimitato da alti muri, la spartizione dell'area in quattro parti (simbolismo che allude ai quattro elementi sacri, ovvero il fuoco, l'aria, l'acqua e la terra) attraverso canali d'acqua all'incrocio dei quali è posta una fontana.
L'elemento di maggiore rilevanza, sempre presente in questi giardini, è l'acqua, simbolo di vita e di purezza. Essa riempie gli spazi con il suo dolce suono, presentandosi sotto diverse forme come fontane, vasche, canali e zampilli.
Perché raccontare di un luogo lontano nel tempo? Perché questa proprieta’ a Casamassima preserva un tesoro.
Si è spesso affermato che, in Puglia, la presenza di tracce della cultura islamica, al di là della ricorrenza nei cognomi (come il diffusissimo Morabito, da al-murabitun) o nel dialetto (in barese il denaro è ancora detto tarnìse, da tarì, la moneta araba fresca di conio), non sia percepibile. Ma basta guardare al di là delle apparenze per convincersi del contrario. Tra Ottocento e Novecento, in Puglia sono sorte molte dimore signorili ispirate ai profumi d' Oriente: architetture che componevano ambienti da "Mille e una notte". Non possiamo dimenticare che nella prima metà del XI sec., a Bari, ci sia stato un emirato, con poteri effettivi derivatigli da Baghdad, sede del Califfato.
La vita di questo emirato fu certo breve, solo 25 anni, ma le popolazioni che, per via di questa ed altre enclaves islamiche si erano installate in Puglia vi rimasero fino almeno al 1300. Una presenza, quindi, che, per almeno quattro secoli ha, in modo silenzioso, lasciato le sue tracce, non solo nelle grandi cattedrali, ma anche nell’utilizzo degli spazi verdi e dell’acqua, con tutto il valore simbolico che questi elementi portano con se. Facile così comprendere che la situazione ambientale della terra di Puglia abbia accolto gli stilemi architettonico dei giardini arabi. Gli elementi vengono disposti in maniera simmetrica e geometrica orientati secondo i punti cardinali, a sottolineare un ordine interno e definito che mantiene al suo esterno il disordine e il caos.
La vista viene appagata dalla varietà dei suoi colori, l’olfatto dal profumo dei fiori e delle piante aromatiche. Il tatto viene esaltato dalla fresca brezza che crea l’ombra degli alberi, mentre il gusto dalla bontà dei frutti. L’udito infine è appagato dallo scorrere dell’acqua, sempre presente all’interno dei giardini islamici. L’olfatto dai profumi dei fiori e delle piante.
La struttura e’ quadripartita, con al centro una fontana dal quale devono partire quattro canali disposti a croce latina perfettamente rettilinei, con canali di irrigazione a cielo aperto. Il flusso dell'acqua e gli angoli della luce solare erano gli strumenti principali utilizzati per creare un'esperienza misteriosa.
Nel giardino gli alberi appartengono generalmente a specie perenne, come si addice ad un luogo vocato all’eterna giovinezza e in terra di Puglia quasi sempre si sono utilizzati gli agrumi, perché il bello doveva sempre incontrare l’utile e non l’effimero. Doveva inoltre essere la chiara espressione del censo dei suoi proprietari, che utilizzando anche piante esotiche, ricercate per la loro esclusività come status symbol, indicavano chiaramente il potere e la ricchezza.

Dove

Contrada San Lorenzo ,
Casamassima (BA)

 
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