Villa Carenza - Monopoli - Venduto

Luogo: Monopoli (BA) Contrada Cozzana

Superfici:

900 mq di coperto

2150 mq di superficie a realizzarsi

77.000 di superficie scoperta complessiva tra parco, area residenziale e terreno agricolo

Prezzo: € 4.500.000,00

La villa fu edificata nel 1892 da Paul Francois, un industriale francese che acquistò il suolo e la masseria ivi presente in contrada Cozzana, che apparve alla sua vista come un immenso tappeto di ulivi che digradava verso l'ampio tratto di mare che spaziava da Polignano a Torre Canne. Il magnate della sansa, doveva la sua fortuna alla introduzione delle macchine a vapore per la premitura della sansa che produceva l’olio di sansa appunto, usato all’epoca per l’illuminazione. La villa ha attraversato il tempo senza sostanziali modifiche, vi si ancora respira l’aria di grande fermento e speranza di quella Italia che iniziava a essere un Paese unito, fuori dalla guerra civile. È questo un periodo in cui le élites delle nuove borghesie ottocentesche, si sforzano di emulare gli stili nobiliari ritenuti da sempre appannaggio esclusivo degli aristocratici. All’opposto, l’aristocrazia tendeva sempre più a omologarsi ad uno stile di vita borghese.

La costruzione, edificata in pietra calcarea, si sviluppa su tre livelli. Il balcone del piano rialzato fa da cornice marcapiano, ed ha una aspetto poderoso con la sua fila di colonnette che reggono il corrimano. Tutta la facciata e’ mossa da 4 lesene che partendo dal piano terra proseguono sino alla cornice al livello dei lastrici, con un effetto ottico che la fa apparire piu’ alta. La facciata cosi’ tripartita e’ di stampo rinascimentale ma con echi del neonato stile neoclassico. L’eclettismo del prospetto esterno, riflette in modo speculare la variegata situazione artistica degli interni con tutti i vani dislocati sui due livelli collegati armoniosamente tra loro dipartendo dal salone centrale.
Le facciate laterali, in un elegante stile liberty, sono impreziosite dai balconi in pietra locale che sormontano ogni vetrata e finestra, dando risalto anche a ringhiere ornamentali e lesene che esternamente fanno immaginare l’organizzazione architettonica interna con grandi sale e ambienti molto luminosi.

L'edificio, in uno stile tra il neoclassico e il liberty, fu interamente decorato a tempera da Cosimo Reho, noto decoratore monopolitano dell'epoca e armoniosamente integrato con la residenza. Le pitture dei soffitti presentano una omogeneità stilistica: nella casa borghese la differenziazione degli ambienti non è architettonica. La decorazione pittorica specifica l’uso e le finalità dell’ambiente: quindi la decorazione è espressione di funzione a cui lo specifico ambiente e’ destinato.
Le pitture descrivono cosi’ i nobili fasti della dimora con un linguaggio espressivo composito, eclettico, che attingeva agli stili ed agli schemi decorativi del passato, miscelandoli e declinandoli in varie forme, con una diversa decorazione pittorica per ogni locale. Queste sale conservano una pagina di storia importante dell’800, con un ciclo decorativo pressochè integro, eccezionalmente conservato e che e’ sfuggito alle ristrutturazioni edilizie. La decorazione tra fine ottocento e inizi novecento più che arte era ritenuta come un mestiere qualsiasi trasfondendo nei fregi e nelle pitture, quasi sempre, dei concetti allegorici per dar ragione dell’essenza del suo lavoro. Cosi ritroviamo i temi dominanti dell’epoca il prestigio familiare, la cultura letteraria antica e del tempo, sogni e visioni dell’immaginari oltre a soggetti di carattere profano: figure mitologiche, motivi classicheggianti, raffigurazioni epiche ed allegoriche. La scelta delle volte a schifo o a gavetta, in linea con le tendenze del momento, piu’ leggere di quelle a vela del secolo precedente, hanno una superficie atta ad accogliere il ricco apparato decorativo.

Questo particolare tipo di decorazione pittorica parietale, a “Grottesca” - termine che va letto come sinonimo di bizzarro e inconsueto - affonda le sue radici nella pittura romana di epoca augustea, più specificatamente nel III stile, definito anche Stile ornamentale.

Nel XVIII secolo, a seguito delle scoperte di Pompei ed Ercolano (1748), le grottesche tornarono ad influenzare l’arte contemporanea, alimentando un interesse che contribuì alla nascita dell’archeologia moderna e del Neoclassicismo, a testimonianza del ciclico ritorno dell’interesse per gli elementi classici. Le decorazioni contengono tutti gli elementi che caratterizzano questo particolare stile: piccoli quadretti su campiture monocromatiche (pinakes), scenette mitologiche, medaglioni con ritratti e nature morte, soggetti antropomorfi e piccoli animali, nastri e ghirlande di fiori, il tutto su di un chiaro fondo monocromo.

La particolare tecnica di esecuzione del dipinto, un affresco, rende la pittura particolarmente stabile e non bisognosa di interventi che non siano quelli di ordinaria manutenzione.

La diffusione della energia elettrica fece tramontare l’impero di Paul, che vendette nel 1932 la proprietà alla famiglia Carenza. Nel giardino il nonno degli attuali proprietari realizzò lo splendido giardino all'italiana disegnato dai noti vivaisti Fratelli Sgaravatti di Padova e piantò il bellissimo viale di cedri del libano.

Anche la pavimentazione e’ integra con mattoni a cemento a doppia pressione, mentre nel salone sono a mosaico. Così anche i pavimenti sono una novità legata all’epoca. Grazie allo sviluppo della ricerca sul cemento e all’invenzione nel 1868 della prima pressa idraulica, la cementina nasce a metà del XIX secolo come risultato della nuova tecnica di produzione di piastrelle senza cottura: un impasto liquido, composto da acqua e cemento bianco, viene colato nello stampo e poi pressato. La massa cui viene data pressione è composta da tre strati. Quello più in superficie è composto da cemento bianco e pigmenti; il secondo strato, di spolvero di cemento, serve ad assorbire l’umidità, mentre il terzo è fatto di sabbia e cemento per meglio aderire al sottofondo. Gli strumenti necessari sono la pressa idraulica, uno stampo esterno (di solito 20x20cm) che poggia su una base di acciaio, ed una matrice che consente di separare i colori creando il disegno del pezzo e le miscele di materiali di ogni strato.

Una comoda scala consente di raggiungere i due livelli superiori, e ha ampiezze che consentono l’impianto di un ascensore di servizio per condurre alle coperture dove lo sguardo si può perdere tra gli uliveti raggiungendo la linea di costa.
La casa borghese tra Otto e Novecento è dunque l’espressione di un microcosmo in cui la molteplicità degli stili e dei temi risponde appieno alle mutate esigenze della borghesia, in cerca di nuove forme decorative per le proprie residenze venendo al tempo stesso incontro alle necessità delle manifatture, interessate a un utilizzo spregiudicato degli ornamenti.

Questo straordinario manufatto fu edificato nei pressi di una masseria oggi completamente ristrutturata e adibita ad abitazione.

Gli strumenti necessari per la realizzazione delle cementine sono rimasti pressoché inalterate nel tempo e sono la pressa idraulica, uno stampo esterno (di solito 20x20cm) che poggia su una base di acciaio, ed una matrice che consente di separare i colori creando il disegno del pezzo e le miscele di materiali di ogni strato.

Il complesso immobiliare si compone di più fabbricati. La villa storica, un fabbricato ottocentesco con corte lastricata, un fabbricato a destinazione deposito, La proprietà è completata da ulteriori piccole unità di servizio. Il giardino riprende le forme del cosiddetto giardino all’italiana con piante di alto fusto e di pregio agronomico.

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