La “marziana” terra di Puglia

Nel cuore del Salento, a pochi chilometri da Otranto, si trova un luogo di straordinaria bellezza e mistero: le cave di bauxite. Questo sito unico posto tra le iridescenti acque dell'Adriatico e il rinomato faro di Punta Palascia, è un gioiello naturale ed assieme un luogo fantastico arricchito da una leggenda intrisa di fascino. Il luogo dapprima nato per sfruttare l’estrazione di un metallo, è diventato una delle attrazioni turistiche più suggestive della Puglia. Le cave di bauxite offrono un affascinante intreccio di storia, geologia, botanica e aspetti ambientali, rappresentando un simbolo di come la natura possa riconquistare e trasformare i paesaggi antropizzati.

La bauxite è un minerale dal quale si estrae l’alluminio. Le cave di Otranto vennero sfruttate industrialmente a partire dagli anni ’40 del XX secolo, per poi essere abbandonate negli anni '70. Le formazioni geologiche del luogo sono caratterizzate dal colore rosso intenso, dato dall'alta concentrazione di ossidi di ferro presenti nel minerale. Questa tonalità vivace crea un contrasto drammatico con il verde della vegetazione circostante e il turchese del laghetto formatosi nel centro della cava.

Il laghetto della cava di bauxite, situato nell’entroterra salentino sul versante adriatico, poco dal faro che contrassegna il lembo di terra più orientale d’Italia, è un luogo straordinario. A poche centinaia di metri dalle cristalline acque dell’antico Canale d’Otranto, si è formato un caratteristico specchio d’acqua dolce, alimentato dalla falda acquifera che ha iniziato a riempire l'invaso dopo la dismissione della cava. Questa miniera è stata attiva dal 1940 al 1976, dopodiché la natura ha avuto modo di riappropriarsi del suo spazio.

Le acque del laghetto, di sfumature verdastre, offrono un contrasto straordinario con il terreno rosso intensocircostante, ricco di ossidi di ferro. Il paesaggio, con il suo aspetto marziano, è ulteriormente arricchito dall'azzurro del cielo e dalla vicinanza del mare.

Nonostante l'abbandono industriale, la cava ha sviluppato un nuovo equilibrio ecologico. Il laghetto si è trasformato in un habitat perfetto per diverse specie acquatiche, anfibi e persino rettili, creando un ecosistema unico nella sua particolarità. La vegetazione circostante, tipica della macchia mediterranea, si è adattata al terreno ferroso e povero di nutrienti. Lentisco, arbusti tipici e piante palustri circondano l’area, aggiungendo un tocco di verde che risalta contro il terreno rosso vivo.

L'incredibile biodiversità della zona attira l’attenzione non solo di escursionisti e amanti della natura, ma anche di studiosi che osservano come la natura si adatti a un ambiente così ostile e insolito.

L'estrazione della bauxite a Otranto cominciò durante la Seconda Guerra Mondiale e proseguì fino al 1976. La miniera, a suo tempo una delle più importanti d’Italia, venne sfruttata per estrarre alluminio, essenziale per l'industria aeronautica. Con la chiusura dell’impianto, la cava fu abbandonata, permettendo alla natura di riprendersi il territorio.

Oggi, il sito è diventato una meta imprescindibile per i turisti che visitano Otranto e il Salento. Le cave di bauxite sono particolarmente amate per il loro paesaggio unico, che richiama l'attenzione di fotografi, escursionisti e semplici visitatori curiosi. Accessibile sia a piedi che in bicicletta, i visitatori possono seguire percorsi panoramici che si snodano lungo la costa adriatica fino ad arrivare alla cava, collocata a circa 3 km dalla città di Otranto. I sentieri circondati da vegetazione mediterranea regalano scenari mozzafiato e la possibilità di avvistare diverse specie di uccelli e fauna selvatica locale.

All'interno della cava, il contrasto tra le acque smeraldine del lago e il suolo rosso-bruno è semplicemente spettacolare e fornisce un'ottima opportunità per la fotografia naturalistica, attirando molti fotografi professionisti e amatoriali. Lo spettacolare laghetto nella cava di bauxite preannuncia la sua presenza con il caratteristico colore rosso del terreno ferroso, tanto che, scherzosamente, si dice appaia come un tipico paesaggio marziano.

Il laghetto non è balneabile, e qualsiasi azione che potrebbe comprometterne l'integrità è passibile di denuncia, rendendo ancora più importante l'approccio sostenibile alla sua visita. La posizione della cava non è facilmente visibile dalla strada provinciale che conduce a Santa Maria di Leuca, quindi i visitatori devono fare attenzione a imboccare la giusta uscita quando proseguono verso Otranto Sud o da Otranto Porto.

Per gli appassionati di trekking e cicloturismo, dal porto turistico è possibile percorrere sentieri panoramici che costeggiano il mare. Dopo un paio di chilometri di sterrato, si raggiunge la cava, immergendosi in uno spettacolo naturale senza eguali.

Uno degli aspetti più delicati legati alle cave di bauxite è la gestione del loro impatto ambientale. L'aumento del turismo e la mancanza di un piano di conservazione specifico rischiano di compromettere l’equilibrio naturale che si è creato negli anni. L'area non è ufficialmente protetta come riserva naturale, e ciò ha permesso un accesso indiscriminato che potrebbe danneggiare sia la vegetazione sia il fragile ecosistema del laghetto.

Diversi enti locali e associazioni ambientaliste hanno proposto di trasformare le cave in un parco naturale protetto, con regolamentazioni precise per la visita e la conservazione dell'ambiente. Un approccio sostenibile al turismo potrebbe garantire che questo luogo straordinario venga preservato per le future generazioni, mantenendo intatta la sua bellezza e unicità. Le cave di bauxite di Otranto rappresentano molto più di una semplice attrazione turistica: sono un luogo dove si intrecciano storia, geologia, botanica e questioni ambientali. La Cava di Bauxite non è solo un sito geologico straordinario, ma un palcoscenico per storie antiche e leggende avvincenti. La leggenda di Asmodeide, la natura verdeggiante, il rosso acceso delle rocce e il laghetto smeraldino offrono uno spettacolo mozzafiato che invita ogni visitatore a riflettere sulla potenza della natura e sull'immaginazione umana.

La leggenda narra della bellissima Asmodeide, dai capelli rossi e la pelle candida.

Ella aveva un dono, ovvero quello di fare sogni premonitori che annunciavano sciagure alle quali lei avrebbe potuto solo assistere senza poter fare nulla. Il suo fidanzato era Teofonte, un ragazzo gentile e buono che il giorno del quindicesimo compleanno di Asmodeide, chiese la sua mano. La fanciulla però non riuscì a essere pienamente felice di questa notizia. Decise, allora, come amava fare di solito, di recarsi presso la cava rossa per meditare sulla sua apprensione. All’improvviso un vecchio ombroso le si avvicinò. Era il Destino e la reclamò, invitandola a non sposare Teofonte.

La ragazza però decise di mantenere la sua promessa d’amore, nonostante la sera prima avesse sognato che proprio le nozze avrebbero segnato la tragica morte del suo Teofonte, causata dal devastante crollo del tetto. Asmodeide, allora, quando era a letto con suo marito e udì lo scricchiolio sopra la sua testa, spinse subito via Teofonte dal talamo nuziale, salvandolo. Ma il Destino era ineluttabile e quando il giovane fece per avvicinarsi alla sua amata, inciampò mortalmente in una trave.

Disperata, Asmodeide si rifugiò presso la Cava, in piena notte, e qui le si presentò ancora una volta il Destino, che la reclamava ancora come sua moglie. Minacciò la giovane che se non avesse accettato, sarebbe stata condannata a non emettere più parole dalla bocca ma solo acqua. Asmodeide lo sfidò risoluta e ferma nei suoi sentimenti. Decise di gettarsi in quella voragine che da sempre le aveva fatto compagnia nelle sue notti. Da quel momento la cava si riempì di acqua, dal colore scuro come la tristezza e il dolore della povera Asmodeide.

Visitando questo luogo unico, si ha la sensazione di essere catapultati in un mondo diverso, come in un paesaggio marziano o un film western. Le cave di bauxite continuano a raccontare la loro storia, intrecciandosi con quella della Terra e dell'umanità.





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