Geometrie di mattoni

Vista aerea della città, con le due ali del porto, la scacchiera murattiana e l’area rurale

Alla fine del XVIII secolo Monopoli era una città economicamente in espansione, ma costretta all’interno della città fortificata, con una popolazione di circa 16.000 abitanti. Viaggiatori stranieri a fine 1700 disegnano l’area del centro storico, come una città spaventosamente sovraffollata.

Il 19 dicembre 1788, Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, permette all’Università di Monopoli di estendere la città fuori dalle mura del borgo antico.

La città antica conserva il suo impianto intricato di strade, di edifici e chiese

Bisognerà attendere due anni e due progetti per il disegno della nuova città, che avrebbe esteso l’abitato oltre le mura cinquecentesche.

Il primo progetto dell’ing. Sorino, utilizzava uno schema d'espansione urbana a raggiera intorno ad una piazza circolare. La soluzione sintetizzava in modo geniale il passaggio ai nuovi tempi, ribaltando la visione della città, da chiusa da mura e protetta dal pericolo esterno, a quella di un centro urbano aperto al territorio circostante. Ma la Regia Camera bocciò sia il progetto che la mancanza dei criteri di valutazione dei terreni che dovevano essere espropriati ai privati a beneficio delle nuove costruzioni.

Nel 1795 fu scelto il progetto dell'ingegnere De Simone che proponeva l'attuale schema a scacchiera. La nuova pianta delimitando il perimetro del nuovo Borgo, delimita quali lotti che saranno acquistati: lo schema della città è ispirata al neoclassicismo.

Quella di Monopoli avrebbe avuto una grande piazza centrale a forma quadrata, edifici a due piani con grandi portici lungo i quattrolati, 82 isolati disposti sul di un reticolo ortogonale di strade.

Il 14 gennaio 1796 viene firmato il Decreto Reale del nuovo borgo extra moenia, ma è solo durante il decennio francese che la costruzione della città decolla. Bisogna risolvere il problema di come raccordare la nuova città a quella antica che era fortificata da mura alte 5 metri. Per mancanza di fondi e di idee attuative nel 1827 il Comune delibera l’abbattimento delle mure fortificate. Saranno riutilizzati i blocchi del XVI secolo nella costruzione delle nuove abitazioni, privando così la città di un pezzo della propria storia.

Questo in completa antitesi rispetto al progetto neoclassico, ispirato allo scherma urbano di Ippodamo da Mileto, urbanista del V secolo a.C., che è ancora fondamento dell'urbanistica di oggi.

La sua città ideale consisteva in un centro abitato creato unendo i fattori della società spartana e quella ateniese.

Il grande architetto e urbanista greco ideò lo schema che influenzò l'impostazione urbanistica delle città greche, che si diffuse successivamente in tutto il Mediterraneo, caratterizzando anche le città romane.

Lo schema ippodameo si basava su assi perpendicolari fra loro; alcuni detti cardi, (direzione nord-sud) altri detti decumani (direzione est-ovest) che si incrociavano formando angoli retti, detti "a scacchiera". Una generale impostazione urbanistica come questa era già stata inventata prima di Ippodamo, ma fu grazie a lui se essa trovò una teoria corretta e coerente per essere realizzata. Egli contribuì come architetto anche a dare origine alla colonia ateniese di Turi, in Puglia nel 443 a.C.

Ma la piazza, il Borgo come lo chiamano i monopolitani, che avrebbe caratterizzato il nuovo centro città non si delineerà per oltre un secolo. Nel 1872 finalmente si delinea la sistemazione della piazza giardino. La sua estensione di circa 22.000 metri quadrati diventerà la piazza più grande di Puglia e una delle più grandi di tutto il sud Italia. Nel 1893 si piantano gli alberi di leccio che ne arredano le superfici ancora oggi.

Negli anni 60, saranno abbattuti alcuni degli edifici ottocenteschi, per far posto agli unici palazzi di sei, sette piani che caratterizzano il landscape della città.

Così ancora una volta storia e cultura vengono spazzate vie dal business.

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