Il Sapone: una storia che profuma di secoli
Sapone alla mandorla auto-prodotta
Il sapone, un prodotto di uso quotidiano che diamo per scontato, ha una storia affascinante e antica. La sua evoluzione riflette non solo i progressi tecnologici, ma anche i cambiamenti culturali e sociali. Dalle sue origini misteriose alle moderne formulazioni, il sapone ha attraversato millenni, continenti e civiltà.
Il sapone sicuramente non fu inventato dall’uomo bensì fu scoperto.
E’ molto probabile infatti che il sapone si sia formato naturalmente nelle ceneri dei fuochi utilizzati dall’uomo per cuocere le carni degli animali: la pioggia avrà sciolto gli ossidi di sodio e potassio presenti nelle ceneri ancora calde mettendo in contatto queste soluzioni caustiche con i grassi animali gocciolati al suolo con la cottura, producendo per via naturale piccole quantità di sapone.
L’uomo avrà osservato che queste sostanze sconosciute, trovate tra le ceneri del fuoco, avevano uno strano potere: quello di sciogliere lo sporco con l’acqua, e deve aver concepito il modo di riprodurre questo processo realizzatosi spontaneamente.
Quindi sicuramente i primi saponi sono stati prodotti utilizzando cenere di legna come fonte di alcali. Solo successivamente si è fatto ricorso alla soda, dapprima sotto forma di carbonato sodico e poi sotto forma del più potente idrossido di sodio per saponificare i grassi, animali e vegetali, in genere grassi di scarto.
Origini del Sapone
Il reperto più antico relativo all’uso di sapone è stato ritrovato in Mesopotamia (attuale Iraq) e risale circa al 2800 a.c.: esso consiste in alcune anfore di terracotta contenenti una sostanza simile al sapone. Inoltre, è stata rinvenuta una tavoletta con caratteri cuneiformi risalente al 2200 a.c. che descrive la preparazione del sapone con acqua, sostanze alcaline e olio di cassia. Gli archeologi hanno trovato cilindri di argilla con iscrizioni che descrivevano una combinazione di acqua, alcali e olio di cassia utilizzata per pulire il corpo e i tessuti. Anche gli antichi Babilonesi, circa 2300 a.C., conoscevano un metodo rudimentale per produrre sapone.
La ricetta che vanta la storia più longeva è il Sapone di Aleppo. Prodotto di eccellenza è realizzato in Siria a base di olio di oliva e olio di bacche di alloro in fabbriche antiche dagli spessi muri di pietra. La più antica è datata al Medio Evo, 800 anni fa. Si prepara in calderoni di pietra giganteschi, poi la pasta di sapone ancora calda viene versata sul pavimento, tagliata e timbrata con gesti sicuri che profumano di storia. Successivamente le saponette vengono accatastate in pile altissime le saponette - che somigliano a ciminiere - per lungo tempo, al fine di asciugare e curare il prodotto ed ottenere un sapone di altissima qualità. Il sapone di Aleppo è messo in commercio dopo almeno 7 mesi dalla sua realizzazione. Si narra che la stessa Cleopatra usasse il sapone di Aleppo per la sua routine quotidiana.
Sapone nell’antico Egitto.
Gli Egizi usavano una miscela di grassi animali e vegetali con sali alcalini per creare una sostanza saponosa già nel 1550 a.C. Il Papiro Ebers, uno dei più antichi documenti medici conosciuti, descrive l'uso di sapone per il trattamento delle malattie della pelle e per il lavaggio. L'igiene personale era considerata fondamentale nella cultura egiziana, specialmente tra i sacerdoti.
Sapone nell'Antica Roma e Grecia
I Romani appresero l'arte della produzione del sapone dai Galli e dai Teutoni. Galeno, un medico greco del II secolo d.C., scrisse del sapone come prodotto usato per la pulizia e come medicinale. Gli antichi Romani associavano il sapone ai bagni pubblici, centri sociali della vita quotidiana, dove i saponi fatti con cenere e grassi animali erano comunemente usati. Tuttavia, il sapone era spesso riservato ai più ricchi. Infatti per come agente pulente e sbiancante dei tessuti era usata l’urina umana che veniva raccolta per strada ed usata dai i lavandai, noti come "fullones". L'urina, ricca di ammoniaca naturale, agiva come un efficace agente pulente e sgrassante.
Le fulloniche avevano delle grandi vasche dove le stoffe venivano immerse in una soluzione di urina e acqua. Gli addetti calpestavano le stoffe per assicurarsi che l'urina penetrasse bene nelle fibre, rimuovendo così lo sporco e il grasso. Dopo questo trattamento, le stoffe venivano sciacquate e stese ad asciugare al sole. Le fulloniche erano una delle attività più redditizie nell'Antico Impero Romano. Oggi le potremmo definire le antesignane delle moderne "lavanderie", ma l'articolazione interna delle attività era ben più complessa. Una fullonica non si limitava infatti alla semplice lavatura di vestiti sporchi, ma si concentrava soprattutto nel trattamento di tessuti nuovi, opportunamente lavorati per essere poi essere esposti e venduti al mercato.Un'altra attività molto comune era infine la tintura dei panni: il colore nell'abbigliamento era sinonimo di ricercatezza, censo e gusto estetico.
Le fulloniche erano dunque note per avvalersi delle proprietà sbiancanti dell'urina nella nella lavorazione dei tessuti, ma in realtà quest'ultima era utilizzata anche in diverse altre attività lavorative, e costituiva un fiorente e lucroso commercio al punto che l'imperatore Vespasiano, nel tentativo di risanare le casse dello Stato prosciugate dagli sperperi di Nerone, ne impose la tassazione, ovvero la celebre vectigal urinae.
La tassa si applicava sull'acquisto dell'urina, appositamente raccolta nelle latrine, ed era regolarmente versata non solo dai fullones, ma anche dai conciatori di pelli. L'imperatore Vespasiano comprese immediatamente il vantaggio che avrebbe potuto trarre da questo commercio imponendo la nuova tassa sull'urina, al punto di pronunciare la famosa frase riportata da Svetonio, "pecunia non olet", ovvero "il denaro non ha odore". La reazione del popolo romano, indignato della bizzarra tassa, non tardò ad arrivare: cominciarono a chiamare con il nome dell’imperatore gli ordinatori pubblici, che ancora oggi sono chiamati vespasiani.
L'Età Media e il Ritorno del Sapone
Durante l'Alto Medioevo, la produzione di sapone era concentrata in Italia, Spagna e Francia. Le città di Marsiglia, Savona e Venezia divennero famose per i loro saponi di alta qualità, fatti con olio d'oliva e soda. Questi saponi erano noti per la loro purezza e fragranza. Durante questo periodo, il sapone era ancora considerato un lusso, accessibile principalmente ai ricchi.
Il Rinascimento e la Rivoluzione Industriale
Nel Rinascimento, il sapone divenne sempre più popolare in tutta Europa. La domanda di sapone aumentò e le tecniche di produzione si perfezionarono. La Rivoluzione Industriale del XVIII secolo portò a una vera e propria trasformazione nella produzione del sapone. Grazie a figure come Nicolas Leblanc, che scoprì un metodo economico per produrre soda caustica. Il processo però era altamente inquinante, poiché immetteva nell’ambiente circostante, come sottoprodotti, acido cloridrico e solfuro di calcio. Colui che invece diede maggiore impulso alla produzione industriale della soda fu il belga Ernest Solvay nel 1861 inventando un processo che, partendo dal cloruro di sodio ed utilizzando ammoniaca, permetteva la produzione di carbonato di sodio nei quantitativi necessari alla fabbricazione del sapone, eliminando quasi del tutto i problemi ambientali del processo Leblanc. Questi sviluppi spianarono la strada all’industrializzazione della produzione del sapone facendolo diventare più accessibile. La produzione di massa iniziò, rendendo il sapone disponibile anche per le classi lavoratrici.
Il Sapone Moderno
Nel XIX e XX secolo, la scienza chimica applicata alla produzione del sapone portò a innovazioni significative. I saponi sintetici, sviluppati durante la Prima Guerra Mondiale a causa della carenza di grassi, introdussero nuove formule e prodotti come il detergente. Il sapone liquido fu inventato nel 1865 da William Shepphard, ma divenne popolare solo nel tardo XX secolo.
Oggi, il sapone è disponibile in innumerevoli varietà, fragranze e formulazioni, dagli antibatterici ai detergenti delicati per pelli sensibili. La crescente consapevolezza ambientale ha portato a un aumento della domanda di saponi naturali e biologici, prodotti senza l'uso di sostanze chimiche aggressive.
Saponificazione Domestica
Negli ultimi anni, un numero crescente di persone ha riscoperto l'arte della saponificazione domestica. Questo trend è alimentato dalla crescente consapevolezza ambientale e dal desiderio di ridurre l'impatto ecologico. Fare il sapone in casa permette di controllare gli ingredienti, evitando sostanze chimiche aggressive e privilegiando ingredienti naturali e sostenibili. La saponificazione domestica richiede pochi strumenti e ingredienti di base: oli vegetali (come l'olio d'oliva o di cocco), soda caustica (idrossido di sodio), acqua e eventualmente oli essenziali per la profumazione. Esistono due metodi principali: il metodo a freddo, che richiede più tempo per la stagionatura, e il metodo a caldo, che accelera il processo di saponificazione.
La saponificazione domestica offre numerosi vantaggi. Permette di creare un prodotto personalizzato, adatto alle esigenze specifiche della propria pelle. Inoltre, è un'attività creativa e gratificante, che può essere condivisa con amici e familiari.
Il Movimento Zero Waste
La saponificazione domestica si inserisce perfettamente nel movimento zero waste, che mira a ridurre la produzione di rifiuti attraverso pratiche sostenibili. Fare il sapone in casa permette di eliminare gli imballaggi plastici dei saponi commerciali e di riutilizzare contenitori, riducendo significativamente l'impatto ambientale.
Il movimento zero waste promuove l'uso di materiali riciclabili, compostabili o riutilizzabili e incoraggia una produzione e un consumo più consapevoli. Molti produttori di sapone artigianale adottano pratiche zero waste, come l'uso di materiali riciclati per gli imballaggi e l'offerta di ricariche per i saponi liquidi. Questa filosofia si estende anche alla scelta degli ingredienti, privilegiando quelli biologici, locali e sostenibili.
Il sapone, un prodotto apparentemente semplice, ha una storia complessa e ricca di evoluzioni. Dalle sue umili origini come semplice miscela di cenere e grassi, fino alle sofisticate formulazioni moderne, il sapone ha sempre avuto un ruolo cruciale nell'igiene e nella salute umana. Mentre continuiamo a innovare, il sapone rimane una testimonianza della creatività e della perseveranza dell'umanità nel migliorare le proprie condizioni di vita.
La riscoperta della saponificazione domestica e l'adesione al movimento zero waste rappresentano un ritorno a pratiche più sostenibili e rispettose dell'ambiente, garantendo un futuro più pulito per le generazioni a venire. Questo trend riflette una crescente consapevolezza dei consumatori riguardo all'impatto ambientale delle loro scelte quotidiane e una volontà di contribuire positivamente alla salvaguardia del pianeta.
Ogni scelta sostenibile che facciamo oggi crea un domani più verde per noi e per il pianeta. Dalle pratiche agricole rispettose dell'ambiente alla valorizzazione delle varietà locali, scegliere i prodotti sostenibili e diminuire l’uso della plastica è un impegno per un futuro più brillante per tutti. La sostenibilità non è solo un obiettivo, ma anche un dovere per ciascuno di noi che può fare la differenza!
Quando parliamo di sapone artigianale ci riferiamo ad un prodotto che viene realizzato senza l’utilizzo di mezzi e di strumenti industriali in fase di produzione. Sono ottenuti utilizzando oli di origine vegetale o animale che hanno il vantaggio di contenere antiossidanti, perché additivi e conservanti che possono essere dannosi o seccare la pelle non sono presenti tra le materie prime di cui sono composti.
Il sapone artigianale è un mondo nascosto, quasi inesplorato, pur vantando come abbiamo visto una storia e tradizioni antichissime. Così fare il sapone per se significa poter scegliere gli ingredienti in base alle necessità e al nostro tipo di pelle, dandoci la possibilità di decidere cosa serve di più al nostro corpo in quel momento.
Un altro motivo per iniziare a fare il sapone è quello del risparmio economico. I detergenti in commercio sono molto costosi, senza motivo, se consideriamo gli ingredienti utilizzati. Al contrario, puoi creare il tuo sapone fatto in casa a un costo molto più basso, che varia da pochi centesimi a un euro per saponetta, utilizzando ingredienti molto più pregiati di quelli commerciali.
Si trasformano in prodotti realizzati con passione, creatività e attenzione alla qualità. Ecco alcune sue caratteristiche:
si adattano a tutti i tipi di pelle, dalle più sensibili e delicate sino a quelle più esigenti e mature
può tranquillamente essere utilizzato dai piccoli di casa
presenta profumazioni non aggressive, leggere e gradevoli
è fatto con materie prime naturali
rispettano l’ambiente, non inquinandolo
rispettano la cute.
Avresti mai immaginato che una saponetta ha il merito di migliorare la qualità della vita? Ecco alcune curiosità su questo oggetto della vita quotidiana così " prezioso”.
Non so cosa sia, ma per me c’è qualcosa di magico nel sapone.