La grande torsione

Alberi scolpiti dal tempo e dall’uomo nel corso dei secoli, ulivi che non sono solo alberi, sono sculture naturali viventi, monumenti naturali e testimoni della storia e della cultura pugliese. Una delle caratteristiche degli ulivi di Puglia, oltre alle notevoli dimensioni, è quella di presentare una torsione dal basso verso l’alto sempre nella stessa direzione e cioè in senso orario. In Puglia non c’è un ulivo secolare che ruota in senso antiorario.

Mi hanno sempre appassionato gli ulivi, li fotografo da quando ho memoria. Sarà perché rappresentano l’anima stessa di questa regione: calma, pazienza e lavoro. C’è qualcosa di straordinario - come solo la scienza sa spiegare - negli ulivi di Puglia.

La spirale/elica rappresenta un complesso di figure geometriche ben studiate e che è possibile riscontrare innumerevoli volte nel mondo naturale: nei moti di particelle subatomiche, nella struttura di alcune molecole anche organiche come il DNA, nei moti di corpi solidi, nelle masse di fluido e aria. Nel macro-mondo biologico - dalle conchiglie dei molluschi, alla struttura della coclea nell’ orecchio umano, fin nelle strutture delle galassie dette appunto a spirale. Nella fisica meccanica e nell’ elettromagnetismo. Anche nell’arte umana sin da tempi preistorici fino ai nostri giorni ritroviamo il motivo artistico magico e decorativo della spirale, tanto grande è la suggestione che queste figure geometriche esercitano.

Osservandola comparire tante volte nella Natura esterna e nel suo stesso pensiero astratto, in molteplici contesti anche molto differenti, l’uomo ha spesso tentato filosoficamente di individuare nella spirale una sorta di possibile principio primo, come chiave di decodificazione della Natura, ma in realtà più approfonditi studi di matematica e fisica mostrano come la spirale sia essa stessa il prodotto di leggi evoluzionistiche volte all’efficienza-ottimizzazione.

Ma torniamo indietro.

L’ulivo, come molti altri alberi, per esempio i platani o i tassi, con l’età tende a svuotarsi all’interno del tronco, dove il legno - non più irrorato dai vasi linfatici che scorrono in prossimità della scorza - viene aggredito e cariato da vari parassiti xilofagi. L’andamento spiraleggiante ha forse una funzione di tipo strutturale, per meglio reggere il peso, rispondere ai sismi, o resistere ai venti in relazione a quelle che sono le tipiche forme e dimensioni della specie vegetale arborea? Quale potrebbe essere l’origine ed eventualmente anche la funzione-utilità di un tale andamento spiraleggiante nel tronco che si osserva palese in numerosissimi esemplari?

Studi di fluidodinamica computazionale e test nella galleria del vento hanno dimostrato come una torre con un profilo leggermente irregolare sarebbe la forma più efficace nel mitigare il distacco dei vortici.

Tali andamenti spiraleggiante si osservono però non solo negli ulivi, ma anche in altre specie arboree, come pini, peri e mandorli, non però in forme così tridimensionalmente avvitate come in certi olivi più antichi. Ora, fermo restando le possibili utilità biologiche per l’albero di un andamento contorto delle sue fibre di legno: si tratta di una caratteristica codificata già nei geni e solo da essi guidata, o se è l’ambiente esterno a favorire nel corso della crescita questo andamento spiraleggiante? Si tratta forse dell’effetto di alcuni venti dominanti nel luogo di crescita, capaci di dar localmente sull’albero dei gradienti tali da imprimere una certa torsione nella sua crescita? O i venti dominanti nel luogo di crescita della pianta possono essere una concausa del fenomeno?

L’andamento spiraleggiante dal basso verso l’ alto può avvenire in realtà in due modi ben distinti, o in senso cosiddetto destrogiro (destrorso) o in senso levogiro (sinistrorso). Se posti davanti ad un ulivo con tronco avvitato il suo senso gira verso destra, cioè ruotando intorno all’ulivo (rotazione antioraria detta, se vista dall’alto), essa sale verso l’alto, quella è dunque un’elica destrogira, viceversa se posti davanti ad un ulivo a elica è nel senso verso sinistra che, ruotando intorno all’ulivo (rotazione oraria detta, se vista dall’alto), essa sale verso l’alto, quella è dunque un’elica levogira.

Dopo una certa età l’ulivo cresce sempre più lentamente ed è influenzato dalle forze della Natura. Il tronco diventa con il tempo contorto e spesso cariato a causa di funghi microscopici che penetrano nelle fessure del legno, provocando lentamente il disfacimento dei tessuti. I contadini pugliesi praticavano la “slurpatura” che consisteva nel ripulire gli ulivi dal legno morto marcescente al loro interno, come profilassi agronomica dei tronchi. I legno secco e di piccole dimensioni era usato per cucinare, perché facilmente si poteva regolare il fuoco. Questa attività antropica sugli ulivi pugliesi esalta la forma spiraleggiante dei loro tronchi cavi, anche se le forme assunte dai tronchi sono naturali e non conseguenza degli interventi umani di pulitura agronomica dei tronchi.

Ma quindi che se la torsione è causata dalle forze della Natura, allora nel sud del globo i tronchi degli alberi dovrebbero girare nel verso opposto? Ed è proprio così.

In Cile sono presenti ulivi secolari di oltre 400 anni che presentano una rotazione inversa rispetto agli ulivi pugliesi. A soli 7 km dalla città di Huasco, nell’estremo sud della regione di Atacama, si trova un luogo che sviluppato un progetto di “ulivi centenari”, nato dall’idea di rafforzare l’identità olivicola della Valle dell’Huasco. Qui si trovano gli ulivi piantati dagli spagnoli all’epoca della conquista. E’ possibile ammirare le piante percorrendo un itinerario che consente ai visitatori di osservare gli ulivi secolari più antichi del Sud America e di conoscere la storia dell’olio. Questa secolare tradizione olivicola fu iniziata da Francisco Ceferino Rojas, meglio conosciuto come Don Pancho Rojas, producendo sia olive della varietà Sevillana che olio di grande qualità.

Gli olivi introdotti erano della varietà era la sevillana da cui deriva l’oliva di Azapa. Nel 1560 il procuratore del Perù portò tre olivi da Sevilla, in Spagna, e si racconta che una di queste approdò in Cile, riuscendo a svilupparsi meglio che in Perù. Nel 1609 il poeta e soldato spagnolo Gracilaso de la Vega racconta che “era un’oliva talmente pregiata e ricercata che agli invitati che si volevano onorare se ne offrivano al massimo tre”. Il tronco di queste piante presenta una torsione in senso antiorario salendo dal basso verso l’alto. E’ esattamente l’opposto di quello che accade agli ulivi pugliesi.

L’andamento spiraleggiante nell’ Emisfero Settentrionale o Boreale del globo è levogiro, mentre nell’Emisfero Meridionale o Australe è opposto, ovvero il destrogiro. Così la spiegazione del particolare andamento dei tronchi degli ulivi deve essere necessariamente legata a quelle che sono le caratteristiche di moti e fenomeni terrestri. Due o tre allora le possibili spiegazioni da vagliare.

L’effetto dovuto a quella che viene chiamata la Forza di Coriolis e che spiega il perché, nei moti delle masse d’aria della troposfera, i cicloni e anticicloni, caratterizzati rispettivamente da moti ascendenti e discendenti dell’ aria, hanno versi rispettivamente antiorari ed orari nell’ emisfero settentrionale e versi opposti nell’ emisfero meridionale.

In questo caso se volessimo fare dei paragoni con l’ulivo dovremmo considerare forse i moti di fluidi che si sviluppano al suo interno e che vedono in prevalenza l’ascensione della cosiddetta linfa grezza, contenente sali minerali e soprattutto acqua che l’albero aspira dal terreno e porta verso l’alto lungo il suo tronco fino alle foglie, dove viene in parte fatta evaporare attraverso gli stomi nel fenomeno detto della traspirazione?

La apparente forza di Coriolis

Oppure la spiegazione potrebbe essere più semplicemente legata al diverso percorso apparente tracciato nel cielo dal Sole, per chi lo osserva relativamente dall’emisfero settentrionale o dall’emisfero meridionale. L’ulivo essendo pianta sempreverde potrebbe manifestare un significativo eliotropismo tutto l’ anno.

Tutto questo potrebbe spiegare la diversa vorticosità degli Ulivi nei due emisferi forse correlando il tutto, nella loro crescita ascendente, al fenomeno detto in fisiologia vegetale eliotropismo, che indica il movimento di organi vegetali che tende ad orientare le foglie o i fiori nella direzione del Sole (Elios in greco). Si tratta di un aspetto particolare di tropismo, detto fototropismo, cioè di accrescimento guidato da uno stimolo luminoso, fenomeno tipico delle piante.

O forse un qualche effetto elettrico-magnetico, ad esempio legato a qualche interazione con il campo magnetico terrestre, grossomodo orientato con i suoi poli magnetici Nord-Sud come l’asse di rotazione terrestre.

Il vento dominante poi spiega altre sovrapposte deformazioni! Gli alberi esposti ai venti costieri diretti, alle brezze, sviluppano poi anche chiome pulvinate (a cuscino). C’ è scritta la storia, anche climatica, della nostra terra, nei tronchi dei nostri ulivi!!!

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Coniugato al Medioevo