L’ulivo dono dei Greci

Saprete forse che la Puglia ospita circa 50 milioni di ulivi. Ma forse non sapete che l’ulivo non è una specie endemica della nostra regione. E’ stato impiantato dagli antichi Greci, quando colonizzarono il sud della penisola circa più di 4000 anni fa. 

Leggenda e tradizione 

E’ molto interessante la leggenda legata alla nascita di questo albero. Si narra che Atena e Poseidone si sfidarono al fine di avere il predominio dell’Attica, antica regione della Gricia. La sfida consisteva nell'offrire un dono utile e memorabile al popolo. Vinse Atena che donò agli ateniesi l’albero dell’ulivo, facendolo sorgere magicamente da un roccia. Vinse perché aveva scelto un dono utile dai molteplici usi. Dai frutti di questa bellissima pianta, si produceva olio per illuminare, per curare le ferite e per alimentarsi.

Interessante notare che i Greci, sin dalla letteratura più antica, distinguono il κότινος, l’oleastro, usato come legno pregiato da opera (il letto di Ulisse) dall’ελαία, l’olivo da olio, simbolo di pace e di prosperità, creato espressamente dagli dei per valorizzare le magre terre dell’Attica.

Un figlio di Apollo insegnò ai popoli del mediterraneo a coltivare la sacra pianta, avendo ricevuto dalle Ninfe tutte le informazioni per innestare sulla pianta selvatica e le migliori qualità olearie. 

La pianta divenne presto un simbolo in tutti i paesi del Mediterraneo. I racconti biblici prima e il Cristianesimo poi raccolse tutto il simbolismo legato all’ulivo e lo rese un simbolo fortissimo. 

Anche altre tradizioni religiose utilizzarono la pianta sacra. La tradizione ebraica narra che alla morte di Abramo, suo figlio pose tra le labbra del padre tre semi ricevuti da un angelo. Dai semi nacquero 3 alberi: un cipresso, un cedro ed un ulivo.  Le tre piante simboleggiano la Trinità, a cui la tradizione attribuisce delle caratteristiche specifiche: l'incorruttibilità, il lutto, e all’ulivo spetta il posto d’onore in quanto avrebbe prodotto l’olio che sarebbe servito in seguito a consacrare il Cristo, l’unto del Signore, il Messia. La stessa croce di Cristo sarebbe stata realizzata con rami di questi tre alberi. 

Noè capì che il diluvio era terminato quando un colomba gli portò un ramoscello di ulivo, a prova che l’ira divina era terminata. 

Quando il cattolicesimo sostituì i culti animistici - che credevano che gli alberi fossero delle divinità - condannò ogni divinizzazione dei boschi e degli alberi. Solo l’ulivo conservò il suo passato di pianta sacra, al quale vennero aggiunti molti significati simbolici. Ramoscelli di ulivo vengono scambiati il giorno delle Palme, quale simbolo di pace. Inoltre l’olio d’oliva viene utilizzato per la celebrazione dei Sacramenti.

Ambiente e territorio

Nel giro dei secoli la nostra Puglia -  ospitando questa pianta meravigliosa che si è ambientata molto bene - ha trasformato i suoi paesaggi. Immaginate che nel 1700 i viaggiatori del Grand Tour provenienti da tutta Europa, hanno definito gli uliveti della costa a sud di Bari boschi di ulivi. Questo a dare prova della densità delle piante presenti.

Questa importante trasformazione agraria fu dovuta a due fattori. Il primo è  il frutto dell'intenso lavoro che due ordini monastici i Benedettini ed i Cistercensi che insegnarono ai contadini a migliorare le tecniche colturali. Il secondo e sicuramente determinante fu uno sgravio fiscale di ben 50 anni devoluto nel XVI secolo a vantaggio di quei terreni che  sarebbero stati trasformati da luoghi paludosi in luoghi salubri. Così lungo la costa della regione furono realizzati uliveti estensivi e che possiamo ancora ammirare nelle assolate piane di Monopoli e Fasano. 

Meritano una visita, e vi consiglio la moto come mezzo di trasporto!




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