
La casa di Laura -Conversano - VENDUTO
Caratteristiche:
Luogo: Conversano (BA)
400 mq di coperto
8.000 mq di terreno agricolo
Prezzo: 780.000€
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Descrizione
VENDUTO
Viaggio nella Bellezza, le pietre raccontano: La casa di Laura.
I castelli stanno al corso inferiore della Loira come le masserie stanno alla Puglia. Meno conosciute delle fortezze Sveve e aragonesi, da alcuni anni iniziano a fare breccia nei cuori di tanti che le scelgono quali loro dimore. Mi piace immaginare che attraverso di esse si puo’ entrare in contatto con un pezzo della nostra storia.
Questa architettura rurale fiorita in Puglia nei secoli tra il XVI e il XVIII rispondeva a precise esigenze economiche; sottratte all’immenso patrimonio ecclesiastico, sorsero tra il Gargano e il Salento quali meravigliosi manieri per la produzione cerealicola, l’olivicoltura e l’allevamento. Per oltre quattro secoli inoltre la ‘mena delle pecore’ ne influenzo’ decisivamente la conduzione e la fisionomia costruttiva.
Andando nel dettaglio del fabbricato, e grazie al lavoro di ricerca del dott. Donato Mastromarino, sappiamo che questa masseria nel 1833 apparteneva alla famiglia Sgobba di Castellana Grotte, che l’acquisto’ dalla famiglia Accolti Gil di Conversano per la cifra di 2.050 ducati. A quel tempo era denominata Fieno di Sopra o Fieno Piccolo. La superficie agricola era molto ampia, costituita da seminativi e da aree di pascolo con poche querce e un piccolo giardino.
La acquistarono due prelati: i germani don Antonio e don Francesco Sgobba. Possiamo ipotizzare che essendo stata di proprieta’ di due sacerdoti, ne ha influenzato la sua toponomastica, cosi’ come la vocazione dei terreni a seminativo ne aveva determinato la precedente toponomastica.
Il legame con Castellana e’ molto forte, e lo si evince non solo per le vicende legate alla titolarieta’ in senso stretto, ma sopratutto per la fattura della costruzione. Non sara’ difficile ritrovare nei fabbricati rurali della citta’ vicina gli stessi particolari costruttivi: mi riferisco in special modo alla forma delle mangiatoie, tondeggianti ed eleganti, differenti da quelle che si ritrovano in altri territori, e dallo svettante coronamento del camino.
La destinazione agraria ne ha plasmato le forme: ampie zone per l’allevamento e lo stoccaggio delle granaglie e delle sementi. Uno jazzo per le pecore, mentre quello che e’ andato disperso e’ la parte relativa alla coltivazione della vite, pastene come riportato nei documenti storici.
Durante il ‘900 la disgregazione dell’industria rurale non mancò di produrre, l’impoverimento di quote sempre più rilevanti della nostra popolazione agricola e rurale. Tutto questo alimento’ le crescenti correnti migratorie verso l’industrializzato Nord e le Americhe. Questi processi mutarono radicalmente gli equilibri territoriali, con la estrema parcellizzazione del territorio, e l’abbandono dei nostri contesti rurali.
Ed in questo quadro storico e sociale che Enrico e Laura negli anni settanta hanno raccolto la sfida e faticosamente ricucito una proprieta’ che nel corso del tempo era stata frazionata tra diversi proprietari.
La masseria e' stata ricostituita come un puzzle. Inutilizzata oramai da diversi decenni i nuovi proprietari hanno provveduto ad un organico e complessivo intervento di risanamento conservativo e miglioramento igienico sanitario e funzionale, al fine di renderla nuovamente abitabile.
L’intervento e’ stato finalizzato a conservare intatta l’architettura dell’edificio principale, oltre a salvaguardare l’aspetto tipico delle costruzioni rurali a secco nella parte a trulli. Il risanamento e’ stato effettuato utilizzando solo materiali green quali coccio pesto di calce idraulica, impastato con l’olio per il pavimento e le pareti dei bagni, nella scialbata a calce delle pareti esterne, mentre quelle interne sono state colorate nell’ultimo strato con ossidi naturali nei colori della tradizione locale. Tutti i materiali usati rientrano nelle scelte di cultura ecologica di sostenibilita’ ambientale e di economia verde, a basso impatto e che provengono da aziende locali, che hanno minimizzato l’inquinamento da trasporto, per la realizzazione di un prodotto finito ecocompatibile. Gli interventi al piano terra hanno inoltre tenuto conto della facilitazione di accesso per tutti: un alloggio tiene conto delle esigenze dei diversamente abili.
Le tecnologie usate per il riscaldamento dell’acqua sanitaria e per la climatizzazione ricorrono alle fonti rinnovabili, sia con l’ausilio del solare termico a circolazione naturale sia con un impianto fotovoltaico che alimenta le pompe di calore.
Gli ambienti al piano terra sono stati destinati a grande cucina, ampia sala, e un ampio appartamento con bagno. Al primo livello, che si raggiunge sia dall’interno che attraverso la scala esterna, troviamo due vani letto con un bagno, cosi’ come al secondo livello. I setti trulli sono oggi utilizzati come due vani letto con bagno, e locali di deposito.
La superficie scoperta a ridosso della costruzione e’ pavimentata con lastre di pietra calcarea (chianche), la superficie a parcheggio ricoperta di graniglia, mentre il terreno e’ alberato con essenze tipiche dell’area (ulivi, mandorli).
Nei pressi vi e’ una grande cisterna realizzata in epoca storica, a sottolineare l'ampiezza della proprieta' agricola che questa struttura aveva in passato.











































Dove
Contrada Madonna dei Tetti,
Conversano (BA)